Sono Memorie di Ricordi Lontani

Il libro è un affresco emotivo e suggestivo che attraversa epoche diverse, dagli albori del Basso Medioevo fino agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, ovvero l'epoca dei baby boomers, intrecciando realtà e immaginazione. La narrazione non segue una linea cronologica lineare, ma si dispiega come un caleidoscopio di episodi verosimili, in cui il passato e il presente dialogano e i confini tra verità e finzione si fanno volutamente sfumati. I personaggi, i luoghi e gli eventi sono frutto della fantasia dell'autore, sebbene alcuni riferimenti storici e culturali siano usati per dare profondità alla storia. Il racconto inizia con una riflessione sulla memoria e sul desiderio di scrivere le proprie memorie, per non dimenticare i momenti felici e tragici che hanno segnato la vita dell'autore. Si passa poi a una serie di storie che spaziano dal Medioevo, con le avventure di Ruggiero, un giovane padovano che parte per la crociata e si stabilisce a Barletta, dove fonda la stirpe dei Piazzolla, fino al Novecento, con le vicende della famiglia Piazzolla durante la Seconda guerra mondiale e il dopoguerra. Il cuore della storia si concentra sugli anni Sessanta e Settanta, quando Mimmo, cresciuto in un caseggiato popolare alla periferia di Milano, nel quartiere Giambellino, racconta la vita quotidiana del luogo, le amicizie, i giochi, le rivalità e i piccoli drammi che hanno segnato la sua infanzia e adolescenza. Il cortile era il teatro di avventure, battaglie e, a volte, vere e proprie sfide a palle di neve e a bussolotti tra i cortili. Attraverso una serie di aneddoti e ricordi, Mimmo dipinge un quadro vivido di un'epoca in cui la comunità era il centro della vita sociale. I personaggi del caseggiato indimenticabili: dal pugile suonato che raccontava sempre la stessa storia, alla coppia di ballerini che provava passi di danza sul pianerottolo. Il Bar Mokarex era il punto di ritrovo, il cuore pulsante del quartiere, con i suoi personaggi da operetta. E, proprio davanti al bar, piazza Tirana si animava ogni giorno di figure eccentriche, adolescenti in cerca di avventure e bische a cielo aperto: un microcosmo vivace, rumoroso e autentico che rappresentava l'anima più vera del quartiere. Le cantine, dal carbone alle chitarre, e il mercato rionale, un'esplosione di colori e profumi, completavano lo scenario. I luoghi della sua formazione erano la scuola dei preti, dove ha imparato la disciplina, e l'oratorio, regno dell'amicizia e del gioco. Il cinema di terza visione, con le sue sedie basculanti e le pellicole sbiadite, era il tempio dei suoi sogni. I viaggi in treno, che lo portavano in colonia d'estate e al Sud dai nonni, scandivano le tappe della sua vita. Per completare l'affresco: il Naviglio, le cave dove andava a fare il bagno, i campi dove rubava le pannocchie e costruiva capanne, e le cascine - oramai scomparse - dove scopriva un mondo agricolo in dissoluzione, sono gli altri luoghi simbolo di un'infanzia e un'adolescenza indimenticabili. Il suo percorso lavorativo è stato un altro viaggio: dalle umili consegne di fiori e bottiglie di vino fino all'arrivo in banca, simbolo di una vita che cambiava. Ha avuto tanti amici, compagni di viaggio con cui ha condiviso gioie e dolori, e ha avuto anche brevi amori. Fino a quando ha incontrato Silvia, l'amore che ha dato un senso definitivo alla sua vita. Con lei ha costruito la sua famiglia, ha avuto le sue tre figlie e ora vive circondato da un cane e tre gatti. È così che il cerchio si è chiuso: un percorso che lo ha portato dalla periferia milanese a una serenità che non avrebbe mai immaginato.